martedì 24 giugno 2008

Deck the halls



Basta.
Voglio che sia inverno, e lo dico sul serio. Voglio il Natale, il presepe, l’alberello e quei cazzi di zampognari che ti scodellano in casa alle ore meno indicate con il sorriso a zucca di Halloween e la famosa frase “una canzone per il bambinello”.
Già. La canzone è sempre per il bambinello, però chissà perché il conto lo chiedono a noi. Mafia natalizia e camorra religiosa.
Comunque, dicevo che voglio il Natale. Come ho detto anche ad un mio amico, via i bikini e avanti coi tacchini. Credo sia la prima estate che, manco è arrivata e io già skifo. E con questa calura, quest’afa e questo solleone, vien solo voglia di dormire abbracciati ai ventilatori o chiudersi per sbaglio nei freezer a pozzetto. Io lo farei, peccato che la puzza di pesce non mi doni.
L’altro giorno, al supermercato, io regina incontrastata delle contraddizioni:
scendo dalla macchina, sono ostaggio del caldo e dico a mamma “ti prego, dimmi che non dobbiamo comprare 7412 cose”.
Entro nel supermercato lasciandomi la scia dietro come le lumache, avverto il confortante e materno soffio dell’ aria condizionata e mi giro verso mamma: “ti prego dimmi che abbiamo 7412 cosa da comprare”. Per non dire del banco dei surgelati.
“Oddio, come invidio quel merluzzo”, faccio a mamma, indicando un pesce irrigidito dal gelo e con l’occhio vitreo spalancato. Non paga, continuo “sarà anche morto, ma vuoi mettere la freschezza che sente ora?”. Mamma non ne può più e si allontana, mentre io sbavo sui gelati, non perché ne abbia voglia, me per pura invidia.
Io sono un caso estremo col clima. Se fa freddo imploro che qualcuno mi dia fuoco, se fa caldo, invidio i baccalà congelati. Inoltre il caldo fa uno strano effetto.
Per esempio l’altro giorno sono sicura di aver sentito distintamente le melodie di “Silent Night”.
Eh, con questi bollori incredibili mi toccherà anche andare in analisi…


Lolitaminuit

mercoledì 4 giugno 2008

E vissero per sempre felici e contenti?


Che qualcuno mi liberi da questo onere. Chiedo venia,pietà, grazia. Sabato si sposa mio cugino. E il 18 di Luglio toccherà alla coppia 'Nduniett e Pepp, lei una manza dalla dubbia utilità, lui l'omo che è meglio se non chiede mai. Non si sa cosa gli potrebbero tirare appresso, per intenderci. E io sarò lì, con un sorriso a banana orizzontale a fare congratulazioni di qua e di là. Falsa. Falsa come i capelli "nature" di Zio Silvio. Non ne ho voglia. Non ho voglia di conciarmi da bambola tirolese a andare ad assistere allo scempio. Già so che l'unico momento in cui piangerò sarà quello in cui mi arriverà qualche chicco di riso nell'occhio. Dolore... Per il resto, l'ambaradàn è sempre lo stesso. Arrivo a casa della sposa e relative foto mentre i piedi già catano lacrime napoletane. E' una legge naturale. Ai matrimoni i piedi, non si sa perchè, si gonfiano, anche se sei una manager abituata alle scarpinate 24 ore long su un tacco 30. Che poi, voglio dire...tutte stè foto...hanno il solo scopo di rendere l'album pesante una tonnellata. Bon. Vuol dire che al primolitigio ce lo si scaglierà contro. E' sempre un'arma bianca. Come i bigodini e la maschera ai cetrioli. No, dico...se fossi uomo non reggerei l'infarto di andare a letto con una bambola pettinata alla Barbie e svegliarmi con al mio fianco un mostro biondo spalmato di crema e tirato dai bigodini. Poveri uomini. Come li capisco. Beh, dopo le foto, c'è la cerimonia in chiesa.E là la natura matrigna si esalta nell'orrore:o fingi una profonda emozione pur di rimanere seduta tutto il tempo della funzione, o minacci il prete da lontano con la baionetta.Che si sbrigasse. Tenimm famm. Che poi dipende dal prete: c'è quello che più che una funzione sembra stia ad un gioco a premi in cui vince il più veloce, e chi piglia proprio sonno sull'altare. E lì, o ti voti ad un santo qualsiasi o fingi un pianto dirotto per essere allontanata dalla chiesa. Il bello viene al ristorante, mentre i 2 sposi vanno a farsi le foto a Mogadiscio(il locale, da precisare, si trova a Napoli), e tu inizi a svuotare i cestini del pane su tutte le tavole, come un pesce rosso. Lì , se non hai nessuno con cui parlare, ti fotti. Perchè l'attesa si protrarrà fino alle tre, orario in cui la felice coppia mette piede al ristorante e tu, bontà divina, ti avventi su di loro con la faccia di Jocker di Batman. Arriva l'antipasto e ritorni alla vita, mentre, per inciso, la felice coppia di neosposi già non si caga più a vicenda. Eh, dopotutto sono sposati...
Lolitaminuit

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